L’altra faccia della “muraglia”. Non basta all’Italia essere il secondo Paese esportatore di vino nel mondo, con un valore di 5,4 miliardi, per non incontrare difficoltà sul mercato cinese. La maggiore quota di export verso la Cina appartiene alla Francia che detiene il 67% delle esportazioni contro il 10% dell’Italia. Le ragioni di queste difficoltà sono diverse, il vino italiano in Cina è piuttosto sconosciuto, considerato troppo tannico ed acido. Diverse iniziative sono state messe in atto per il 2016 per cercare di invertire la rotta. Dal 2 aprile a Shanghai, la città più aperta alla cultura occidentale e al vino europeo aprirà la prima Wine Academy che offrirà corsi per Wine Lovers e per Wine Professionals dedicati interamente al vino italiano. I corsi saranno tenuti da Sam Chen, sommelier certificato WSET, speaker per diversi eventi sul vino italiano e ambasciatore di diverse cantine italiane. Wine Academy, progetto curato dall’azienda fiorentina Business Strategies, leader nei percorsi di sviluppo delle pmi su mercati esteri che assiste oltre 400 imprese del made in Italy del vino, sarà patrocinato da Ismea.
L’interesse nei confronti dei corsi, sold out già a settembre, è davvero un buon segnale. ”In Cina c’è voglia di vino italiano” ha dichiarato l’amministratore delegato di Business Strategies. ”Per intercettare questo interesse ci vuole una strategia capillare, dalla promozione, alla sperimentazione di modalità di integrazione del vino italiano con la gastronomia cinese e alla conoscenza del mercato cinese”. La società di Firenze, presenterà inoltre a Vinitaly un’indagine sui consumatori cinesi con un focus Nomisma, società che realizza indagini e attività di ricerca economica, sulla fascia 20-35 anni, coetanei dei Millennials americani (i nati tra il 1980 e il 2000). L’incremento del mercato cinese potrebbe andare a beneficio anche del Consorzio di Tutela del Prosecco Doc che nonostante gli ottimi numeri concentra il 70% dell’export su tre paesi e la Cina non fa parte di questi. Se uno di questi mercati manifestasse problemi sarebbe un grave danno economico. Nel 2015 sono state imbottigliate 356 milioni di bottiglie di Prosecco, +15%, il 72% all’export, differenziare i mercati è un obiettivo del presidente del Consorzio Stefano Zanette.
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